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domenica 22 luglio 2007

Quelli che al RL di Pistoia non c'erano, e perche' preferiscono SL

Quelli che veramente hanno latitato però sono i semplici possessori di avatar, coloro che negli ultimi mesi hanno intrapreso l'avventura di costruirsi una vita emotiva e relazionale all'interno di un mondo virtuale interattivo che esiste solo nella memoria dei computer del Linden Lab.

http://www.lastampa.it

Diciamo che l'idea del pride era una lettura molto italiana di Second Life. Che degli umani, creatori di avatar, si riuniscano dopo poco tempo per vedersi e farsi vedere dal vivo aveva un pò del paradossale.

Di fronte alla sottile vertigine del nascondimento che anima ogni emigrante clandestino nella seconda vita, andare a scoprire chi ci sia veramente dall'altra parte è un desiderio molto poco affine all'esperienza virtuale. Forse è molto sano, ma è contro l'idea che si sono fatti del loro regno i signori Linden, veri demiurghi e sovrani assoluti di quel mondo virtuale. Per entrare basta il permesso di soggiorno che loro rilasciano, ma l'identità reale si sente libera proprio perchè camuffata e sepolta per sempre nelle fattezze dell'avatar scelto.

Questo ha un valore di esperienza anche molto intensa per l'essere umano, ma l'avatar in sé non è l'equivalente di un uomo. Nella scala dei valori di Second Life la shape, ossia l'apparenza che diversifica gli abitanti tra loro, è un comune oggetto acquistabile in negozi specializzati in surrogati di membra umane.

L'aspetto può essere migliorato con una pelle skin particolarmente realistica, con dei capelli fless che si muovono al vento, degli occhi mobilissimi, organi genitali maschili e femminili con zone erogene sensibili che possono essere stimolate con un menù pieno di fantasie.

Insomma mettere la propria coscienza dentro un avatar significa connettersi con un corpo ideale che non si corrompe e non si usura, può essere potenziato e abbellito a piacere, modificato in ogni misura anatomica semplicemente usando la funzione body appearance.

Un corpo che ha una vitalità sessuale modulabile con un telecomando, ma è solo e unicamente un oggetto, come fosse una sedia, un mazzo di fiori, una bicicletta per volare.

Quando si comincia ad entrare nelle logiche di vita di quel mondo è facile vedersi regalare da amici una bella acconciatura, una gesture che ci permetta di ballare, fare l'inchino o mimare il kamasutra. Persino un'intera pelle nuova che corrisponda al gusto della persona a cui interessiamo.

Sembrava un po' strano che qualcuno volesse vanificare questi indiscutibili vantaggi e preferisse ritornare al vecchio modello, quello classico per cui il mondo ci conosce e giudica anche per come la natura ci ha fatti.

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Primo raduno del popolo di Second Life: dietro l’anonimato la solita Italia
GIANLUCA NICOLETTI
PISTOIA
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Mah, vero sì, e vero no! Se è vero che Second Life è un mondo virtuale, è pur anche vero che come ricorda Newsweek è anche il mondo virtuale che più tende ad incrociare quello reale (giustamente, di chi partecipa al suo sviluppo più che di chi vi si mette in vetrina e fa solo affari)

A me sembra che la solita Italia traspaia anche in questo articolo, che la 'butta' sul parlare comunque male di Internet, di Second Life, e degli Italiani che abboccano...

Così anche il Corriere della Sera di oggi, che non esita a mettere a confronto Second Life con Barbie ...

Loro sì che hanno capito tutto, di Internet, dei Mondi Virtuali e degli Italiani ...

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