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dal 1996 al 2000
(i link alle pagine web o alle immagini possono risultare datati e dunque errati)

sabato 9 giugno 2007

E Polis. no alla giornata dell'orgoglio pedofilo

Che la pedofilia sia un fenomeno complesso, antico, e che per comprendere il fenomeno appieno e in profondità non si possano che affrontare tutte le sue possibili manifestazioni ed espressioni, comprese le negazioni, i silenzi, i non detti, con l'apporto di discipline come la storia, la filosofia, l'antropologia, la psicoanalisi, le neuroscienze, non ultima la Politica, è un conto.

Il termine stesso indica, tradotto dal greco, 'amore per i fanciulli', e che questo amore comprenda aspetti che riguardano la sessualità adulta è implicito nel modo stesso in cui sono tuttora 'naturalmente' generati i bambini, e poi accuditi, alimentati, cullati, circondati di affetto e tenerezza.

Che poi questa sessualità implicita nell'amore verso i bambini, e verso il 'sè' bambino di ciascuno, comprenda possibilità di varianti, deviazioni, perversioni è altrettanto noto, se non 'ovvio'

Confondere però le varianti biologiche, psicologiche, antropologiche della sessualità, includendovi l'etero e l'omosessualità, ovvero l'universo gay e lesbico, non significa e non puo' significare che la fine di ogni censura e discriminazione riferita alla sessualità adulta (ivi incluse le manifestazioni di orgoglio omosessuale) si possa estendere ad includere un equivalente fine di tabù come quello dell'incesto e dell'abuso (comunque violento) compiuto su minori.

Confondere le due cose ed i due piani, e non tener conto del lucrosissimo giro di affari che a livello globale prospera per la soddisfazione di pochi individui nascosti nell'ombra e di moltitudini di voyeuristi senza scrupoli significa rendersi complici di gravissimi crimini contro l'umanità, infantile e non (perchè poi quei bimbi abusati crescono e riproducono molto spesso abusi e violenze, raramente riuscendo a superare quelle subite), e questo non ha nulla a che vedere con la libertà o con la cultura.



E-Polis-20070609.MI.pdf

(c) E Polis SpA P.IVA 04335860963

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FERMIAMO IL BOY LOVE DAY
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Culture(08/06/2007) - Fermiamo gli orchi: l’urlo si sta alzando per fermare il “Boy love day”, la giornata dei pedofili che si celebra il 23 giugno da otto anni in rete a livello internazionale.
L’iniziativa promossa da diverse associazioni che dialogano attraverso internet con lo scopo di diffondere la “cultura della pedofilia” e solidarizzare con i violentatori di bambini in carcere è una vera e propria aberrazione, senza mezzi termini. Pensavo che non esistesse una bruttura più ignobile della pedofilia, ma volerla addirittura celebrare supera ogni lucida follia perché che orgoglio può esserci per un pedofilo? La giornata per il riscatto pedofilo, voluta da associazioni sparse nel mondo per il 23 giugno, ricordiamolo, sarebbe un insulto ai diritti dei minori e di tutto il mondo civile. L’Internet Watch Foundation stima che il numero dei siti che veicolano materiale pedofilo sia aumentato del 1500 per cento dal 1997 al 2005; 400 siti pedofili sono stati oscurati e sequestrati in Italia negli ultimi quattro anni; la vendita di materiale pedopornografico via internet genera un profitto di circa un miliardo di EU. Questi alcuni dati per capire, anche se vagamente, anzi diciamo per almeno immaginare le proporzioni dell’abominio in atto. Per promuovere il “Boy love day”, nei siti, oltre agli appelli per accendere una “candela azzurra”, compaiono foto di minori semi-nudi ed espliciti inviti al sesso libero tra adulti e adolescenti. Lo scempio crea indignazione, ma non basta. L’Unione Europea, l’Unicef, le Istituzioni devono attivarsi per fermare l’obbrobrio e oscurare i siti pedofili e tutti quelli dove si sta propagandando quest’iniziativa. Don Fortunato Di Noto, parroco di Avola (SR) che ha fondato l’associazione Mater e che lotta proprio contro i pedofili, lo definisce “l’Olocausto bianco”, coinvolgendo 158 milioni di bambini nel mondo ed espandendosi con Internet. È un prete di frontiera e non teme ripercussioni per ciò che fa, è consapevole che lo minacciano proprio per ciò per cu si batte ogni giorno.
Ogni anno si contano due milioni di nuove vittime mentre si sta diffondendo l’infantofilia, cioè la violenza su neonati e piccoli fino a cinque anni di età. Vengono i brividi al pensiero che un bimbo di appena dieci giorni (dico dieci!) venga violentato, ma è così e bisogna fermare gli orchi, tutti gli orchi, senza guardare in faccia nessuno.
In Italia le leggi sono all’altezza della situazione, ma il problema è che altrove la pedofilia rientra nella libertà di espressione e la maggior parte dei siti Internet nasce all’estero. Il “Boy love day”, o giornata dell’orgoglio pedofilo, è promosso da un sito della vergogna è olandese. Appaiono immagini rassicuranti con boy-scout, sacerdoti, Babbo Natale e poi, sfogliando i link collegati al sito, si passa dalle belle immagini agli abusi con foto di bambini. E se altrove la pedofilia fa parte della libertà di espressione, qui in questo foglio bianco, dove le parole scritte macinano lo spazio vuoto, nella stessa libertà di espressione rientra la denuncia contro chi gioca all’orco cattivo camuffato di angelo con le alette tese perché i bambini devono essere lasciati crescere in pace, devono giocare con i gessetti colorati e i palloncini, devono correre, saltare una corda, cantare e sorridere. Sfido chiunque a non farsi trascinare dalla risata sonora di un bambino e, per contro, sfido lo stesso chiunque a non inveire contro chi mette le mani sui bambini. L’orgoglio è una faccenda seria, è un sentimento che ha a che fare con l’amor proprio e la dignità personale e non può esserci niente di tutto questo nei confronti di un pedofilo. Diamo la giusta definizione a chi compie certi atti: pedofilo è chi pratica una perversione sessuale, concentrando l’interesse erotico nei confronti dei bambini. Il disgusto deve animare la lotta, l’indignazione deve creare il movimento perché bisogna fermare questo scempio, oscurare i siti incriminati e non smettere di chiedere alle Istituzioni e alla Comunità Europea di attivarsi in tal senso, con interventi legislativi mirati, controlli della polizia postale più incisivi, metodi tecnologici sempre più all’avanguardia per contrastare l’organizzazione dei siti internet sulla pedofilia. Ma l’allarme deve arrivare in tutte le case, a partire dall’Italia, deve bussare con pugno deciso, spalancare la porta e scuotere i genitori e tutte le famiglie. L’attenzione può evitare il danno... I bambini non si toccano, punto e basta. Il 23 giugno non deve celebrarsi nessun orgoglio pedofilo e questa giornata non deve diventare una ricorrenza da ricordare ogni anno come un appuntamento fisso. Le giornate della memoria sono ben altre. Se muore un pedofilo, francamente, la pena è minima, ma sui bambini nessuno può speculare o “inventare” giochi osceni. Celebriamo ogni giorno la voglia di crescere e di far crescere in un mondo migliore: questo sì che si chiama orgoglio!

Nausica Zocco

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