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The Owl Pages
The Daily Owl |
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ARCHIVIO nelle pagine dell'archivio si ritrova la storia di Italian Journal of Psychology and Internet - Psicologia Online ma anche la storia della psicologia italiana e mondiale in rete dal 1996 al 2000 (i link alle pagine web o alle immagini possono risultare datati e dunque errati) |
sabato 31 maggio 2008
How is Streaming Youtube Videos Changing our Second Life?
In the last week many of us discovered, by reading the Second Life blog, how easy is to stream Youtube Videosinworld.
Now Caffe Freud and Elegua became a Multi Media Center, with tens of movies all around, on art & psych, health,
mental health, science, religion, infos and news.
I'd like to discuss with you, at our Caffe Freud Sunday meeting, if and how is all this changing our metaverse
experience.
To see you tomorrow, as usual at Elegua (157,229) 9am SLT!
mercoledì 28 maggio 2008
Health 2.0”, Salute 2.0, è una realtà. E con Google Health i pazienti possono scrivere la propria cartella in rete
Ves Dimov è un medico della clinica di Cleveland, negli Stati Uniti, e autore di un blog molto letto, Clinical cases and images. Anche il suo ospedale collabora con il progetto Google Health: si tratta di una cartella clinica compilata su internet direttamente dai pazienti. Che in questo modo possono affidare a un archivio informatico i loro dati sanitari: allergie, patologie, farmaci in uso, vaccinazioni. Perfino interventi chirurgici e risultati delle analisi mediche. Dopo due mesi di sperimentazione nella clinica di Cleveland un gruppo di persone ha notato alcuni vantaggi: la cartella può essere letta da qualsiasi luogo (anche in situazioni d’emergenza) e si può integrare, su esplicita richiesta, con quella già fornita da alcune strutture sanitarie. Le informazioni sono inviate con un protocollo cifrato e custodite sui server di “big G”. Inoltre Google Health riunisce alcuni servizi già disponibili negli Usa, come l’avviso attraverso sms sul cellulare per ricordare di assumere un farmaco durante la giornata. Eppure si tratta di notizie “sensibili” sulla salute personale: i difensori dei pazienti e della privacy ricordano sul Boston Globe che negli ultimi anni le fughe di dati sono diventate più comuni. Google Health è stato progettato per gli Stati Uniti, ma la maggior parte delle funzioni è già accessibile (in inglese) ai navigatori italiani.
È in rapida crescita l’interesse per le cartelle sanitarie archiviate online dai pazienti : il portale medico più letto negli Stati Uniti, WebMD, consente da tempo agli utenti di compilarle. Anche dall’estero, Italia inclusa. E otto mesi fa Microsoft ha lanciato Healthvault, un’iniziativa per raccogliere sul web le informazioni riguardanti la propria salute, disponibile unicamente per gli abitanti degli Usa.
La ricerca di notizie su malattie e sintomi attraverso internet è ormai un’abitudine per milioni di persone. Secondo la società di analisi comScore, negli Stati Uniti un navigatore su tre si è informato su argomenti sanitari consultando le pagine web. Le parole più richieste? Esclusi i nomi di farmaci, nei primi quattro mesi del 2007 il vocabolo “gravidanza” è stato scritto sul web 17 milioni di volte, seguito da “cancro” e “influenza”, con 15 milioni di ricerche.
http://blog.panorama.it
È sul web che sta nascendo la salute del futuro
http://it.notizie.yahoo.com
di david frati Pensiero Scientifico - Mar 27 Mag - 18.00
Il ‘Web sociale’ sta contribuendo a rendere più informati e consapevoli pazienti e operatori sanitari. I ‘consumatori di assistenza sanitaria’ utilizzano network sociali, blog personali, wiki, video-sharing e altri format del web 2.0 per avere un supporto emozionale ma anche per gestire meglio le loro condizioni di salute e il loro percorso terapeutico. Lo rivela un rapporto della California HealthCare Foundation. Ormai il movimento che negli Stati Uniti hanno definito “Health 2.0”, Salute 2.0, è una realtà. Un fenomeno culturale e sociale che ha spazzato via la vecchia concezione per cui l’assistenza sanitaria è una cosa che si verifica in una stanza tra un paziente e un medico.
Secondo il rapporto “The wisdom of patients: health care meets online social media” appena pubblicato, la crescente domanda di trasparenza da parte del pubblico guiderà l’evoluzione del web sociale in ambito sanitario. Sta infatti diventando disponibile una serie impressionante di nuovi strumenti informativi e operativi, come i siti che offrono l’archiviazione gratuita di dati clinici on-line, e la tecnologia per consultarli anche tramite un telefono cellulare è ormai quasi alla portata di tutti i pazienti e tutti i professionisti del settore.
Fonte: Sarasohn-Kahn J. The wisdom of patients: health care meets online social media. California HealthCare Foundation news release 2008.
david frati
Basics: About Google Health
Google Health offers an easy way to collect, store, manage, and share your medical records and health information. Here's what you can do with Google Health:
- Build online health profiles
- Download medical records from doctors and pharmacies
- Learn about health issues and find helpful resources
- Connect to online tools and services
- Search for doctors and hospitals
To get started, just visit the Google Health homepage.
martedì 27 maggio 2008
YouTube Video Streaming in Second Life, as MP4
http://www.youtube.com/get_video?video_id=ID&t=SIGNATURE&fmt=18
ID is the video's identification value, SIGNATURE is a value that prevents you from downloading the file just by knowing the ID. You could create this URL by looking at the source code of a YouTube page, but it's much easier to automatically generate it.
One way is to save the following link as a bookmarklet by dragging it to your Links bar (in Firefox, Safari) or right-clicking and adding it to your favorites (in Internet Explorer, Opera):
If you didn't manage to add the bookmarklet, this post has more detailed instructions.
When you want to download a YouTube video, click on the bookmarklet and you should see a new option below the embeddable code.
Because YouTube doesn't send the right MIME type, you shouldn't click on the download link. Right-click and select "save link as" or "save target as" and enter a proper name for the video. Make sure to use the .mp4 extension when you enter the filename.
http://googlesystem.blogspot.com
You don't need to download! Just place the link (MP4) in Media, and you'll see it as a Movie in the Second Life virtual world!
Another simpler method is:
simply add the YouTube video URL CODE in this line:
http://www.youtubemp4.com/video/CODE.mp4
For example, it becomes:
http://www.youtubemp4.com/video/cSe94mI33y0.mp4
(Source: http://userscripts.org/scripts/show/24006
lunedì 26 maggio 2008
Italia art books cyber urban cyborg cyberpunk... Post Utopia in Second Life
[ITA] Estratti dall’articolo di Sara Ugolini: La rappresentazione del corpo sofferente in due opere di Jean Cocteau: «Maison de santé» e «Oppio» - L’articolo completo è disponibile online sul sito http://www.psicoart.unibo.it/
<Cocteau è stato – come è noto – un artista particolarmente prolifico, la cui
creatività si è espressa in molteplici campi: la poesia, la scrittura teatrale e
saggistica, il cinema e all’interno delle arti visive esplorando pressoché tutte
le tecniche, dalla pittura all’affresco, dal disegno alle arti applicate. Oltre a
ciò egli è stato un tenace consumatore d’oppio. (…) Della sua assuefazione alla
droga e dei relativi tentativi di disintossicazione rimangono numerosi
riferimenti sparsi nei suoi scritti e due opere che ne costituiscono la
testimonianza privilegiata: una raccolta di trentuno disegni realizzati durante
il soggiorno alle “Thermes Urbaines”, pubblicati nel 1926 e quarantatrè
successive creazioni grafiche accompagnate da un testo, comparse nel 1930
con il titolo Opium. (…) L’indicazione fornita da Cocteau nel prologo di «Opium»
risulta particolarmente interessante, alludendo a due finalità dell’opera,
distinte in base ai mezzi espressivi utilizzati. Mentre la scrittura serve a
Cocteau a documentare l’esperienza in clinica e contiene il tempo della
riflessione, la parte grafica nasce un bisogno quasi di natura
“psicofisiologica”, manifestandosi come una sorta di scarica emozionale
spontanea. Afferma infatti Cocteau che i disegni contenuti in «Opium» sono
da considerarsi “urla di dolore al rallentatore” (…) La figura dell’artista –
nelle riflessioni di Cocteau – si trova (…) a condividere molti dei tratti
dell’oppiomane deciso a disintossicarsi. Non soltanto l’alterazione oppiacea
viene assimilata al potere degli artisti di “cambiarsi in ciò che vogliono”, ma
anche il senso di impotenza, di incontrollabilità che è proprio del soggetto
dipendente da droghe viene impiegato per descrivere la posizione del poeta
in rapporto all’ispirazione. E ancora, la sofferenza che sperimenta
l’organismo una volta interrotto il consumo di droga viene ad essere, nelle
parole di Cocteau, un elemento necessario all’interno del processo creativo,
ciò che serve a dare “muscolosità allo spirito”.>
[ENG] Translated abstract from Sara Ugolini’s paper: “The representation of the suffering body in two works from Jean Cocteau: “Maison de Santé” and “Opium”. The paper is available online (in Italian) at http://www.psicoart.unibo.it/
<We all know that Cocteau was a very productive artist, who espressed his creative talent in a number of different fields: poetry, theatre and essay writing, cinema and visual arts, of which he explored almost all techniques, from oil to fresco painting, from drawing to artcrafts. On top of this, he was a dogged opium user. He referred to his addiction and to the treatments he received in a number of his writings, and fully dedicated to this topic two of his works: a collection of thirty-one drawings he made while he was hospitalized at the Thermes Urbaines, published in 1926, and forty-three subsequent graphic creations, complemented by a text, that were published in 1930 with the title “Opium”. (…) In the foreward to Opium, Cocteau gives us an interesting indication about two different aims for his work, each one pursued through a different mean of expression. While the written part documents his clinical experience and is framed by the time of thoughts, the graphic part springs out from an almost “psycho-physiological” need , a sort of spontaneous emotional discharge. He says that the drawings in Opium are to be considered as “screams of pain in slow-motion” (…) According to his reflections, an artist has much in common with a person addicted to opium who decides to undergo a treatment. Not only Cocteau assimilates the drugs effect with the power artists have to “change themselves into whatever they want”, but he also uses the perception of being powerless, the loss of control that comes from addiction to describe the position of the poet when facing inspiration. Further more, the pain the body experiences after interrupting the usage of drugs becomes, in his words, a necessary element of the creative process, what is needed to give “muscles to the spirit”.>
http://slurl.com/secondlife/Post%20Utopia/78/78/47
Progetto per Post Utopia
Per chi ha letto George Perec o Foucault parole come archivio, dispositivo hanno un significato denso e pieno. Se poi si associa la parola follia la cosa diventa ancora più complessa.
Semplificando: Second Life (per come nasce) è uno spazio dove la parola archeologia non ha alcun significato in quanto non ci sono ancora tracce, sedimentazioni, depositi da interpretare. Per il momento almeno. In una sorta di archeologia a rovescio, dove cioè non essendoci nulla si devono depositare segni tracce e contenuti, Second Life diventa per noi il luogo dove portare e organizzre una conoscenza su un tema importante, spinoso, di frontiera: l’Outsider Art. Uso il termine anglosassone per allontanare le mille possibili varianti di significato all’interno di questo universo (specialmente nel contesto italiano).
Di cosa stiamo parlando?
Operativamente: stiamo - Ginevra Lancaster, Maurizio Giuffredi e io - lavorando per aprire a Post Utopia, venerdi’ 23 maggio, uno spazio espositivo dedicato all’outsider art, in concomitanza con il Festival della Psicologia che si terrà a Bologna dal 23 al 25 e che tratterà anche questo tema.
L’outsider art è “arte” prodotta da persone socialmente emarginate. Tipicamente si tratta di pazienti psichiatrici, per i quali l’arte rappresenta un canale preferenziale di espressione e comunicazione. Viene anche chiamata in 1000 altri modi: arte irregolare, art brut, visionary art, raw art, ecc…
All’estero sono, tanto per cambiare, parecchio più avanti di noi: musei dedicati, gallerie che vendono le opere anche online, e spesso si tratta di progetti no-profit, o comunque collegati a istituzioni.
Ma anche in Italia qualcosa si sta muovendo.
Quel che vogliamo fare è creare a PU un hub di informazione sul tema, che sia pero’ anche uno “spazio di esperienza”.
Un tassello in più per riempire e organizzare i contenuti all’interno dello spazio sintetico (SL) in forma di archivio tridimensionale, dove la conoscienza concettuale si accompagna sempre ad una esperienza emozionale. Organizzare contenuti, archiviare dati ma anche fornire uno strumento di conoscenza.
giovedì 22 maggio 2008
L’Arte come Portale di Attivazione Galattica. Il Fiore della Vita in Second Life
In Second Life sboccia il fiore della vita Scritto da Luciana Pinazzo | |
Second Life si conferma ancora una volta un contenitore di espressività che vanno molto al di là del mero “gioco” online: la vostra cronista ha avuto infatti la netta sensazione che la grid possa essere una piattaforma in grado di portare ad ulteriori interessanti evoluzioni sia per quanto riguarda gli aspetti grafici sia ancor di più per le possibilità di espressione del proprio “io” interiore in un ambiente virtualmente privo dei limiti che contraddistinguono la nostra fisicità quotidiana. L’occasione per queste riflessioni è stata offerta ad un buon numero di giocatori e giocatrici intervenuti in “avatar e ossa” al dibattito con cui si è chiusa “Le emozioni di un sogno tra mitologia e il fiore della vita”, ovvero l’esposizione personale, allestita dal JL Show&Fashion presso l’auditorium di Piazza Italia, dedicata ai lavori pittorici di Marisa Falbo (in SL nota come Aquila Faulds), artista palermitana che Leonardo Sciascia definì “donna di cultura, cosciente di quel turbamento che è la vita, la sofferenza e le risorse per rigenerarsi”. Nel corso della serata la stessa Aquila Faulds, dopo aver ringraziato JL Show&Fashion e Piazza Italia per l’ospitalità, numerose sono state le domande a cui l’artista non si è sottratta e che di seguito provo a sintetizzarvi, traendo spunto della lunga e interessante chattata pubblica. Aquila Faulds: ok, volevo parlarvi del fiore della vita: molti mi hanno chiesto..ma cos'è? Beh, esso contiene ogni cosa: tutta la conoscenza, sia maschile che femminile senza eccezioni. Nelle sue proporzioni contiene ogni singolo aspetto della vita che esiste. Contiene ogni formula matematica, ogni legge della fisica, ogni armonia della musica, ogni forma di vita biologica proprio fino al più piccolo particolare del nostro corpo. Contiene ogni atomo, ogni livello dimensionale, assolutamente ogni cosa che ritrova all’interno degli universi a forma d’onda. Lo ritroviamo inciso su un muro antico ad Abido, in Egitto,in uno dei templi più antichi del pianeta (costruito da Seti I almeno 6.000 anni fa). Si chiama Fiore non solo perché somiglia ad un fiore, ma perché rappresenta il ciclo di un albero da frutta. L’albero da frutta fa un piccolo fiore, che attraversa una metamorfosi e diventa frutto - una ciliegia o una mela o qualcos’altro. Ecco, adesso sono pronta per le vostre domande. AF: ok, intanto come avete già notato le tematiche sono due unite insieme da uno speciale filo conduttore, la trasformazione, il mito ed il fiore della vita. Il Fiore delle Vita è “Fiamma di pura coscienza, situata nel profondo del grembo della Terra e dalla quale il livello di coscienza dell’umanità è completamente dipendente per la propria esistenza”. Questo è un po’ il significato. Diciamo che anche la filosofia ermetica gioca un ruolo importante, ma il fiore della vita... è alla base. Al termine del dibattito Aquila Faulds ha infine premiato i commenti più belli inviati nell’arco dell’intera esposizione: Vincitrice del primo premio dei 1000 linden quale miglior commento critico alle opere esposta è risultata Angiolinajolie Jewell, seconda Simonetta Lyle, terzo Mark Rau. |
http://www.slnn.it/
mercoledì 21 maggio 2008
INFORMAZIONE SESSUALE, PETIZIONE PILLOLA DEL GIORNO DOPO PER L’ABOLIZIONE DELL’OBBLIGO DI RICETTA
INFORMAZIONE SESSUALE, PETIZIONE PILLOLA DEL GIORNO DOPO PER L’ABOLIZIONE DELL’OBBLIGO DI RICETTA
Posted by Alessandro to Associazione Luca Coscioni per la Libertà di Ricerca Scientifica 1:07pm
http://apps.facebook.com/causes/posts/43013?m=c6412
22 maggio 2008: 30 anni di 194
In occasione dell’anniversario dei 30 anni della legge 194, che ha legalizzato l’aborto in Italia, l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, insieme alle Cellule Coscioni, agli Studenti Coscioni per la Libertà di Ricerca e alle associazioni radicali organizzano tavoli di informazione sessuale nelle università, nelle scuole e nelle piazze italiane. La diminuzione esponenziale del numero di aborti, avutasi grazie all’emersione dall’illegalità del fenomeno, può proseguire soltanto grazie alla diffusione dell’uso degli anticoncezionali, tra cui la pillola del giorno dopo. Tuttavia, in un’epoca in cui i cosiddetti obiettori di coscienza negano l’erogazione di un servizio pubblico – imponendo di fatto la propria coscienza come etica di stato – procurarsi la ricetta per la pillola di emergenza diventa una lotta per l’esercizio di un proprio diritto.
L’ABOLIZIONE DELLA RICETTA DELLA PILLOLA DEL GIORNO DOPO! APPROFITTA DEL MEDICO AL TAVOLO E FATTI PRESCRIVERE LA RICETTA!
• OGNI ANNO IN ITALIA 3.585 RAGAZZE minorenni ricorrono all’aborto volontario (IVG). Ogni anno in Italia le IVG tra le ragazze di 18-19 anni sono 6.811, mentre 15.608 sono le studentesse che ricorrono all’IVG. Dopo la legalizzazione dell’aborto, le IVG tra le italiane si sono ridotte del 55%; attualmente solo una donna su tre, nella sua vita, avrà un aborto volontario; trenta anni fa questo rapporto era di due su tre. In questi anni è mutato il ruolo sociale delle donne, ma questo risultato è dovuto soprattutto alla fine della clandestinità, che ha permesso una maggiore consapevolezza delle proprie scelte riproduttive ed una più diffusa conoscenza dei metodi contraccettivi.
• MA MOLTO RIMANE ANCORA DA FARE; il tasso di aborti tra le giovani è rimasto pressoché costante ed è difficile avere informazioni utili tra i tanti messaggi fuorvianti che ci bombardano. Solo una vera conoscenza è alla base della prevenzione e della autonomia delle proprie scelte sessuali. In primo luogo la conoscenza dei mezzi contraccettivi.
• LA CONTRACCEZIONE DI EMERGENZA (nota anche come “pillola del giorno dopo”) è uno di questi e può essere utile in molte circostanze. Se fosse in libera vendita, come i profilattici, potrebbe evitare 20-25.000 aborti all’anno. Purtroppo in Italia c’è bisogno della ricetta medica che spesso è difficile avere in tempo, poiché molti medici, per sottovalutazione o per ignoranza, prescrivono malvolentieri la contraccezione di emergenza.
LA PILLOLA DEL GIORNO DOPO
• CONTRACCEZIONE DI EMERGENZA (CE) Dopo un rapporto sessuale non protetto riduce la probabilità di una gravidanza.
• LA PROBABILITÀ DI RIMANERE INCINTA dopo un singolo rapporto sessuale è di circa l’8% (non è poco!). Aumenta durante i giorni fecondi, che sono i cinque che precedono l’ovulazione e quello successivo (fino al 20-30%), ma nessun giorno può considerarsi sicuro. Quando avviene l’ovulazione, nell’apparato genitale femminile ci sono già gli spermatozoi dei rapporti avuti nei giorni precedenti.
• SE ASSUNTA TEMPESTIVAMENTE, entro 12- 24 ore dal rapporto sessuale, riduce la probabilità di rimanere incinta fino al 90-95% (cioè da 8 a 0,5 probabilità su cento). Successivamente l’efficacia si riduce. Se assunta dopo, tra 48 e 72 ore il rischio di una gravidanza sarà maggiore di 6-8 volte (3-4 probabilità su cento). Successivamente aumenterà ancora, mantenendo però una certa efficacia fino a 120 ore.
• COSA FARE? In pratica non vi è alternativa, a meno che si preferisca semplicemente incrociare le dita. Conviene assumerla al più presto, possibilmente entro 12 ore dal rapporto sessuale, poiché ogni 12 ore di ritardo il rischio raddoppia.
• QUANDO SERVE? Al minimo dubbio. Rapporto non protetto. Eiaculazione sui genitali. Coito interrotto fallito. Rottura o sfilamento del profilattico. Dimenticanza di due giorni della pillola, o ritardo di più di due giorni della ripresa dell’assunzione della pillola.
• È UN ABORTIVO? No. Agisce inibendo e ritardando l’ovulazione, cioè prima della fecondazione, e non interferisce con l’impianto in utero di un uovo fecondato. Infatti, quando la fecondazione è già avvenuta, la CE è probabilmente inefficace.
• FA MALE? No. Non è una bomba ormonale. Si tratta di un uso episodico, che non ha le controindicazioni dell’uso a lungo termine della pillola. È forse l’unico farmaco che non ha controindicazioni mediche.
• EFFETTI COLLATERALI? Sono transitori e sono gli stessi sintomi di una gravidanza iniziale: nausea (23%), vomito (6%), dolori addominali (18%) e mal di testa (17%). Nel 10% si possono avere delle piccole perdite ematiche o alterazioni del flusso. Se usata più volte durante lo stesso ciclo, comporta irregolarità mestruali temporanee.
• USO RIPETUTO? A parte le irregolarità mestruali, è meno efficace della pillola. Quindi sarebbe meglio evitare troppi rapporti a rischio e usare un contraccettivo sicuro (pillola o profilattico).
• COME PROCURARSELA? In Italia ci vuole la ricetta medica. Devi recarti al Consultorio o dal tuo medico di base. Quando i consultori sono chiusi, in Guardia Medica o in un Ospedale. Il personale è tenuto al segreto professionale e deve considerarla una prescrizione d’urgenza, poiché il ritardo espone ad un rischio maggiore di una gravidanza indesiderata. Ovviamente non è un’urgenza per la salute, ma nessuno può mandarti via o inviarti da un’altra parte.
• SERVE LA VISITA? No. La visita vaginale o l’ecografia per via vaginale non servono. Se non la vuoi fare, puoi rifiutarla e la prescrizione deve esserti fatta lo stesso. Possono invece farti fare il test di gravidanza.
• POSSONO RIFIUTARSI? No. Se il medico individua un motivo, deve indicarlo per iscritto sul documento della prestazione, assumendosene la responsabilità di fronte a eventuali contestazioni. Non è possibile l’obiezione di coscienza. Se un medico la invoca, deve indicare il rifiuto sul documento della prestazione.
• TICKET? Nei consultori e dal medico di base non c’è il ticket. In ospedale, essendo una prestazione non differibile (il rischio di gravidanza raddoppia ogni 12 ore di ritardo) non si deve pagare il ticket (Circolare Assessore Sanità n.969/UC del 31.3.2003).
• COME SI USA? Si usa il levonorgestrel, venduto come NORLEVO® e LEVONELLE ®. La confezione contiene due compresse e costa 11 euro. Si possono assumere due compresse contemporaneamente o una per volta a distanza di 12 ore. In alternativa si possono usare alcuni tipi di pillola in due somministrazioni a distanza di 12 ore (Metodo di Yuzpe), come indicato in tabella, che sono leggermente meno efficaci, ma che è più facile reperire da qualche amica. In estrema necessità si possono usare anche gli altri tipi di pillola; meglio che usare niente.
martedì 20 maggio 2008
Oscar Pistorius ammesso alle Olimpiadi. Ovvero: quando l'ideologia rende sordi e ciechi i normodotati
Di seguito ecco cosa ne scrive Repubblica.it, ed un video.
Il Tribunale di Losanna concede il via libera al velocista con le protesi
Ribaltata la decisione della Iaaf: "Non ci sono elementi per dire che è avvantaggiato"
Tas, Pistorius verso le Olimpiadi
"Posso rincorrere il mio sogno"
Tas, Pistorius verso le Olimpiadi
"Posso rincorrere il mio sogno"
http://www.repubblica.it
LOSANNA - Oscar Pistorius potrà partecipare alle Olimpiadi. Il Tribunale ha accolto l'istanza del velocista sudafricano (che corre con protesi in fibra di carbonio al posto della gambe), contro l'esclusione dalle gare per normodotati, decisa dal Consiglio della Federatletica mondiale il 14 gennaio, in base ai test fatti all'Istituto di biomeccanica e ortopedia di Colonia. "Ora posso rincorrere il mio sogno di partecipare alle Olimpiadi. E se non saranno quelle di Pechino saranno quelle di Londra 2012" commenta il velocista, felice per la battaglia vinta.
Il Tribunale "ha deciso che al momento non esistono elementi scientifici sufficienti per dimostrare che Pistorius tragga vantaggio dall'uso delle protesi".La Iaaf, invece, aveva stabilito che le protesi del velocista davano "un vantaggio meccanico dimostrabile (più del 30%) se confrontato con qualcuno che non usa le protesi". Opposto il parere del collegio giudicante che ritiene che la Iaaf non abbia prodotto "prove sufficienti" relative a "vantaggi metabolici" e a "effetti biomeccanici" derivanti dall'uso delle protesi.
Davanti allo stop della Iaaf, che adesso dice che il velocista "sarà il benvenuto dovunque decida di competere la prossima estate", Pistorius, però, che ad appena undici mesi si è visto amputare sotto il ginocchio entrambe le gambe perchè prive del perone, non si era arreso. Aveva ottenuto una prima vittoria con l'invito al Golden Gala di Roma nel 2007 (ci sarà anche quest'anno) e aveva continuato a perorare la sua causa. "Queste protesi - rispondeva Pistorius intervistato da Repubblica Tv - sono usate dal 1997, dunque da molto tempo. Io le uso dal 2004. Dunque, sono strumenti che lo sport per disabili ha già accettato. E non si sono evolute tecnologicamente. I miglioramenti nei tempi che sono riuscito ad ottenere sono il risultato di impegno, sacrifici, allenamenti, metodo e diete".
La decisione di Losanna riapre i giochi. Attualmente Pistorius detiene il record del mondo per amputati su tutte e tre le distanze su cui corre: 10.91 sui 100, 21.58 sui 200 e 46.56 sui 400. A questo punto, per partecipare ai 400, Pistorius dovrà ottenere il tempo minimo per partecipare alle Olimpiadi abbattendo la barriera dei 45' e 55''. Al momento, c'è già un quattrocentista sudafricano che ha ottenuto quel pass, Sishi Sisubiso (45"84 ottenuto lo scorso aprile ad Addis Abeba). Così Pistorius ò dovrà correre più veloce del connazionale Sishi o scendere comunque sotto i 45"55. Abbassando di un secondo il suo limite. Per scendere in pista nella staffetta, invece, basta la semplice convocazione.
"Oggi è uno dei giorni più belli della mia vita - chiude Pistorius - Ci sono state, negli ultimi mesi, moltissime speculazioni e credo che oggi sia stato raggiunto un risultato importante". Ha sofferto il velocista in questi anni. E oggi bolla saluta una sentenza che "zittisce le folli teorie sul fatto che gareggio con un vantaggio sleale".
(16 maggio 2008)
From The Times
May 17, 2008
Amputee sprinter Oscar Pistorius allowed to compete in Beijing
http://www.timesonline.co.uk
Kevin Eason, Sports News Correspondent
He had become a curiosity and was in danger of becoming a sporting sideshow, but Oscar Pistorius, whose lower legs were amputated as a child, was finally cleared yesterday to compete at the Beijing Olympics against the fastest men in the world.
A ban on Pistorius, 21, competing against able-bodied athletes, because it was feared that he might gain an advantage from running on his carbon-fibre blades, was thrown out by an historic legal decision that marked the end of a long quest for acceptance by the South African.
The IAAF, the governing body for world athletics, had even changed the rules last year, producing new competition regulations banning any athlete using “technical devices that incorporate springs or wheels”.
Most athletes would have given up and remained content with performing in the Paralympics. Not Pistorius, who challenged the athletics establishment all the way to the Court of Arbitration for Sport in Lausanne, which yesterday overturned the ban.
“I hope that it silences many of the crazy theories that have been circulating in recent months about my having an unfair advantage,” Pistorius said. “My focus throughout has been to ensure that disabled athletes be given the chance to compete fairly with able-bodied athletes.”
One problem remains – Pistorius has not yet set a qualifying time in the 400 metres that would guarantee his selection by the South African team for the Games in August. He could, however, run in the relay without achieving a set time.
He says that he wants to run the Olympic standard of 45.55 seconds and race organisers are queuing up to turn him into an attraction who could yield appearance fees of up to £20,000.
An invitation has already gone out for the Rome Golden League meeting in July, which attracts the world’s best athletes. British athletics fans will get their chance to see Pistorius after Fast Track, which stages meetings on behalf of UK Athletics, issued an invitation.
In a relatively brief career, Pistorius has engaged experts and fans as one of the most charismatic emerging athletes. He has triumphed over the adversity of being born with no fibulas, which led to the amputations below the knee as a baby. By the age of 11 he was playing rugby for the Pretoria Boys’ High School as well as water polo, tennis and wrestling. It was not until 2004 that he took up running but he immediately made his impact, winning gold in the 200 metres sprint at the Paralympics in Athens.
A year later, he was competing against able-bodied athletes in South Africa. But his artificial legs were regarded with deep suspicion by the authorities, who questioned whether they gave him an advantage. The prosthetics, called the Cheetah Flex-Foot, were said to allow Pistorius to make longer strides and use less energy. The claims were vigorously denied and rejected by the Court in Lausanne.
Pistorius does have an example to follow. His fellow South African Natalie Du Toit will compete in Beijing in the open water swimming event. But Du Toit, an established athlete when her left leg was amputated after a road accident in 2001, uses no prosthetics. Now the fastest man on Earth with no legs has the chance to become part of Olympic history as the first disabled athlete to challenge able-bodied competitors for medals, if he can be selected for Beijing. Blade Runner could yet fulfil his dream.
lunedì 19 maggio 2008
Los médicos de familia pasan consulta en Second Life
Los medicos de familia pasan consulta en Second Life
Los usuarios pueden encontrar desde paneles informativos con hábitos de vida saludables hasta una consulta gratuita orientada al público joven.
Era cuestión de tiempo que Second Life, el mundo web en tres dimensiones creado hace cinco años, incorporara cada vez más aspectos relacionados con la salud. En España, un proyecto conjunto de la Sociedad Española de Medicina Familiar y Comunitaria (semFYC) y la Coalición de Ciudadanos con Enfermedades Crónicas, denominado La Isla de la Salud, se convertirá en un espacio de acceso no sólo para profesionales, que dispondrán de una herramienta que les permita estar al día en todo lo referente a formación, congresos, publicaciones, etc., sino también para el resto de la población. “La semFYC apuesta por la innovación y el aprovechamiento de las nuevas tecnologías. En este sentido, nuestra sociedad ha sido pionera en la creación de este espacio de salud en castellano en el entorno virtual. La Isla de la Salud es un recurso mediático que facilita una relación cada vez más eficaz y constructiva entre médicos y pacientes”, afirma el doctor Luis Aguilera, presidente de semFYC.
En una primera fase los internautas interesados encontrarán desde paneles informativos sobre hábitos saludables hasta una consulta gratuita orientada al público joven. En ella dos médicos de familia del Grupo de Atención al Adolescente de semFYC pasarán consulta durante dos días a la semana (los lunes de 19.30 a 21.00 horas y los jueves de 22.30 a 24 horas).
Según ha explicado el doctor Aguilera “somos conscientes de la escasa frecuencia con la que los adolescentes y jóvenes acuden a nuestras consultas. Aunque en este segmento de población no son comunes las enfermedades, si que es habitual que adopten conductas de riesgo que pueden desarrollar en el futuro un problema de salud, como es el consumo de sustancias tóxicas o el inicio no planificado de relaciones sexuales”.
Para la doctora Rosario Jiménez, coordinadora del Grupo de Atención al Adolescente de semFYC, “muchas veces lo que precisan es un entorno de anonimato y confidencialidad para consultar dudas relacionadas con el consumo de drogas, las relaciones sexuales, etc que no se atreven a preguntar en la consulta tradicional. La realidad es que el 45% de la población española de entre 15 y 24 años utiliza Internet y que pasan una media de 12.7 horas a la semana navegando. Por lo que consideramos que éste es un medio fundamental para la promoción y prevención de la salud entre los más jóvenes. Un recurso muy válido para ofrecer mensajes claros y directos, utilizando su propio lenguaje”.
Esta plataforma, con capacidad para 300 personas, consta de una sala de reuniones donde pueden proyectarse videos y presentaciones, un auditorio para encuentros abiertos, un aula cultural y paneles con consejos de salud y educación sanitaria. Asimismo, cuenta con un espacio ajardinado y con un edificio donde los profesionales sanitarios, pueden acceder a los servicios que ofrece semFYC: formación, asistencia a congresos y talleres de forma virtual, tutorización a distancia, información clínica, adquisición de productos y publicaciones de la sociedad, etc.
“La Isla de la Salud”, explica el doctor José Antonio Prados, vicepresidente de semFYC, “contará en breve, además de la consulta para los jóvenes, con otra para patologías crónicas. Aunque una consulta virtual no sustituirá a la consulta física, se podrán atender incluso problemas de dermatología y psicología con el apoyo de una cámara web. Hay que tener en cuenta que el 75% de los diagnósticos se hacen sin necesidad de exploración, sólo con la entrevista”, señala el doctor Prados.
España, país europeo que más utiliza Internet
España está por encima de la media europea en cuanto a utilización de Internet. Los adolescentes se conectan entre una y dos horas diarias a la red y el 90% utilizan este medio para comunicarse con sus amigos. Actualmente ya supera en algunos lugares las horas que dedican a ver la televisión. Existen estudios que afirman que los jóvenes que usan Internet son más activos, tienen más amigos y están más implicados en la vida política, así como en conocer diversas maneras de buscar información.
Desde hace años, gracias a los medios audiovisuales, como la radio y la televisión, se han emitido programas de divulgación sanitaria, que han permitido llegar a un gran número de personas. “La consulta que se pone en marcha en Second Life”, señala la doctora Rosario Jiménez, “pretende que toda la información sobre temas de salud, sea accesible a un gran número de jóvenes, de forma confidencial y anónima, y facilitada por profesionales sanitarios. Preocupaciones frecuentes de este colectivo de población sobre drogas, alimentación, sexualidad y salud mental, en muchas ocasiones son contestadas por experiencias u opiniones de otros jóvenes a través de blogs, chats, etc. Creemos que ofrecer información veraz, contrastada y desde el conocimiento científico, puede fomentar que estos busquen ayuda a través de recursos sanitarios cercanos o a través de otros medios que ofrecen información fiable sobre el tema que les preocupe”.
Nuevas relaciones médico-paciente
Pese a que hoy se inaugura esta Isla de la Salud, ya se han recibido unas 250 visitas, muchas de ellas de profesionales de otros países. “El perfil principal es el de gente curiosa. En Second Life casi no existen recursos de salud en castellano y los que hay tienen un contenido más estático, pero ninguno ofrece los servicios de la Isla de la Salud”, explica el vicepresidente de semFYC.
“Las nuevas tecnologías conllevan ciudadanos cada vez más informados e independientes. La participación del paciente en la toma de decisiones ha demostrado sus beneficios en los resultados clínicos y es el principal pilar del modelo de comunicación centrado en el paciente, que actualmente constituye un criterio de calidad en cualquier sistema sanitario que se precie. Debemos ambicionar ciudadanos autónomos y partícipes en las decisiones que afectan a su salud, entendiendo la autonomía no solo como un deber ético sino como un objetivo en salud. Este es un entorno más para facilitar esta tarea”, concluye el presidente de la semFYC.
Para impulsar el conocimiento de esta iniciativa, el próximo congreso de semFYC (Madrid, 19-22 de noviembre) se celebrará conjuntamente con el I Congreso Internacional semFYC Second Life de Medicina de Familia y Comunitaria. Para más información, puedes acceder a la página web: http://slurl.com/secondlife/Semfyc%20Island/182/95/35
Comocuore su Second Life con il progetto Salvagente2007
Maggio 19th, 2008Comocuore su Second Life con il progetto Salvagente2007 |
Sull’isola di noWomannoLife sara’ presto inaugurato il primo centro di formazione sulla Respirazione Cardio Polmonare realizzato in collaborazione con Seed Learn e l’Universita’ di San Diego. |
comocuore il aprile 22 2008 17:42:58 0 Commenti · 84 Letture · |
Conacuore : Elena Colombo Confermata VicePresidente |
Nuovo direttivo Conacuore: Elena Colombo rieletta Vicepresidente.La nomina lo scorso 19 aprile a Modena. |
comocuore il aprile 21 2008 16:38:35 |
venerdì 16 maggio 2008
La Politica fatta con i Sondaggi è Istigazione, in questo caso all'Odio Razziale. Come dare un Peso a un Pensiero?
Stare con la minoranza, in questi casi, fa sentire chi legge come in torto, come se vivesse fuori dal mondo, datato, desueto, e invece significa solo tenersi fuori dal coro...
Un sondaggio dell'Ipr Marketing svela una forte avversione verso gli immigrati
Per il 70% degli intervistati il problema è una priorità da risolvere con l'espulsione
I Rom peggio degli extracomunitari
"Sono un pericolo. Via i campi"
Inquietanti risultati: cresce l'intolleranza per gli stranieri nel nostro Paese
di BRUNO PERSANO
Repubblica.it, 15 Maggio 2008
I Rom peggio degli extracomunitari
"Sono un pericolo. Via i campi"
ROMA - Gli italiani non li vogliono. I Rom fanno paura. La maggioranza ammette che i nomadi costituiscono un problema, molto più degli extracomunitari. Il sondaggio Ipr Marketing per Repubblica.it mostra che tra gli italiani si sta sviluppando un forte sentimento negativo nei confronti degli immigrati, anche se l'avversione verso i rom è maggiore.
La rivolta contro i campi nomadi a Napoli, le spranghe e le molotov lanciate sugli insediamenti campani, sembra abbiano radici profonde nell'Italia tutta, dal Nord al Sud.
LE TABELLE
Lo sgombero di cinquecento nomadi dai campi napoletani; i massicci controlli negli insediamenti romani; il blitz contro gli immigrati con centinaia di arresti e l'istituzione di commissari straordinari per il problema nomadi; il "pacchetto sicurezza" che presto il governo applicherà, sembrano trovare ragione nel sentimento comune che emerge dal sondaggio: il problema dei Rom e degli immigrati è una priorità per il 70% degli italiani.
I "diversi" fanno paura. Almeno tre intervistati su dieci temono i nomadi, il doppio di coloro che sono spaventati dagli extracomunitari. E vorrebbero che lo Stato li cacciasse, e li riaccompagnasse al confine con un foglio di via. Sono indesiderati per il 68% degli italiani. Gli intervistati non hanno fiducia nelle politiche di integrazione sociale dei nomadi: la percentuale non sale oltre il 27%.
Quello che chiedono gli italiani è smantellare al più presto i campi nomadi ed espatriare più Rom possibile, mentre i mille italiani intervistati mostrano più tolleranza verso gli extracomunitari. La percentuale che vorrebbe espellere gli immigrati senza lavoro è solo il 52%, ma coloro che sceglierebbero l'emigrazione di massa dei nomadi è un terzo di più.
(15 maggio 2008)
Annozero | 14 Maggio, 2008
Gli extracomunitari sono un costo, non una risorsa”, ha affermato Roberto Castelli. Ma gli immigrati nel nostro paese contribuiscono allo sviluppo dell’Italia? E’ vero che anche molti dei clandestini lavorano?
“Se li conosci, li eviti?” è il titolo della puntata di Annozero, il programma di Michele Santoro in onda domani su Raidue alle 21.05.
Il tema sicurezza, cavallo di battaglia in campagna elettorale, continua a dominare l’agenda della politica. Il governo annuncia un pacchetto di provvedimenti restrittivi. Ma gli immigrati sono una risorsa fondamentale per “l’azienda Italia” o sono un pericolo da cui guardarsi? Tolgono realmente lavoro agli italiani? E la paura e il disagio nei loro confronti è giustificata dai fatti?
Stefano Bianchi e Dina Lauricella hanno realizzato un reportage in Emilia-Romagna, regione dove la Lega ha saputo intercettare la domanda di sicurezza dei cittadini.
Ne discuteranno in studio Roberto Castelli, della Lega nord, il giurista Stefano Rodotà, Flavio Tosi, sindaco di Verona, e Vincenzo De Luca, primo cittadino di Salerno. Beatrice Borromeo sarà in collegamento dalla parrocchia di San Giuseppe a Genova, dove ci sarà, tra gli altri, il leader delle banlieues parigine Omeya Seddik.
Come di consueto ci saranno l’opinione di Marco Travaglio e le vignette di Vauro.
Aspettiamo i vostri contributi anche durante la diretta (non verranno pubblicati commenti con contenuti discriminatori a razzisti, o con volgarità, insulti, spam, pubblicità e link).
Con la scusa del popolo
di GAD LERNER
Repubblica.it, 16 Maggio 2008
LA CACCIA ai rom scatenata in tutta Italia sta cominciando a suscitare disagio, ma non ancora la necessaria rivolta morale.
Difficile, soprattutto per dei politici, mettersi contro il popolo. Col rischio di passare per difensori della delinquenza, dei violentatori, dei ladri di bambini. E' questa, infatti, la percezione passivamente registrata dai mass media: un popolo esasperato, l'ira dei giusti che finalmente anticipa le forze dell'ordine nel necessario repulisti.
Ma siamo sicuri che "il popolo" siano quei giovanotti in motorino che incendiano con le molotov gli effetti personali degli zingari fuggiaschi, le donne del quartiere che sputano su bambini impauriti e davanti a una telecamera concedono: "Bruciarli magari no, ma almeno cacciarli via"? Che importa se parlano a nome del popolo i fautori della "derattizzazione" e della "pulizia etnica", i politici che in campagna elettorale auspicarono "espulsioni di massa", i ministri che brandiscono perfino la tradizione cattolica per accusare di tradimento parroci e vescovi troppo caritatevoli?
La vergogna di Napoli, ma anche di Genova, Pavia e tante altre periferie urbane, non ha atteso l'incitamento dei titoloni di prima pagina, cui ci stiamo purtroppo abituando. "Obiettivo: zero campi rom" (salvo scatenarsi se qualche sindaco trova alloggi per loro). "I rom sono la nuova mafia" (contro ogni senso delle proporzioni). "Quei rom ladri di bambini" (la generalizzazione di un grave episodio da chiarire). Dal dire al fare, il passo dell'inciviltà è compiuto. Perfino l'operazione di polizia effettuata ieri con 400 arresti e decine di espulsioni sembra giungere a rimorchio. La legge preceduta in sequenza dalla furia mediatica e popolare, come se si trattasse di una riparazione tardiva.
Chi si oppone è fuori dal popolo. Più precisamente, appartiene alla casta dei privilegiati che ignorano il disagio delle periferie. Ti senti buono, superiore? Allora ospitali nel tuo attico! L'accusa, e l'irrisione, risuonano ormai fin dentro al Partito democratico. Proclama Filippo Penati, presidente di centrosinistra della Provincia di Milano: "I rom non devono essere 'ripartiti', bisogna farli semplicemente ripartire". E accusa Prodi di non aver capito l'andazzo, di non aver fatto lui quel che promettono i suoi successori. Nel 2006 fu Penati, insieme al sindaco Moratti, a chiedere al comune di Opera di ospitare provvisoriamente 73 rom (di cui 35 bambini). Dopo l'assedio e l'incendio di quel piccolo campo, adesso è stato eletto sindaco di Opera il leghista rinviato a giudizio per la spedizione punitiva. Mentre si è provveduto al trasferimento del parroco solidale con quegli estranei pericolosi.
La formula lapalissiana secondo cui "la sicurezza non è né di destra né di sinistra" appassisce, si rivela inadeguata nel tumulto delle emozioni che travolge la cultura della convivenza civile. Perfino la politica sembra derogare dal principio giuridico della responsabilità individuale di fronte alla legge. Perché un conto è riconoscere le alte percentuali di devianza riscontrabili all'interno delle comunità rom, che siano di recente immigrazione dalla Romania, oppure residenti da secoli in Italia, o ancora profughe dalla pulizia etnica dei Balcani. Un conto è contrastare gli abusi sull'infanzia, la piaga della misoginia e delle maternità precoci, i clan che boicottano l'inserimento scolastico e lavorativo, la pessima consuetudine degli allacciamenti abusivi alla rete elettrica e idrica.
Altra cosa è riproporre lo stereotipo della colpa collettiva di un popolo, giustificandola sulla base di una presunta indole genetica, etnica. Quando gli speaker dei telegiornali annunciano la nomina di "Commissari per i rom", sarebbe obbligatorio ricordare che simili denominazioni sono bandite nella democrazia italiana dal 1945. Il precetto biblico dell'immedesimazione - "In ogni generazione ciascuno deve considerare se stesso come se fosse uscito dall'Egitto" - dovrebbe suggerirci un esercizio: sostituire mentalmente, nei titoli di giornale, la parola "rom" con la parola "ebrei", o "italiani". Ne deriverebbe una cautela salutare, senza che ciò limiti la necessaria azione preventiva e repressiva.
La categoria "sicurezza" non è neutrale. Ne sa qualcosa il centrosinistra sconfitto alle elezioni, e solo degli ingenui possono credere che se Prodi, Amato o Veltroni avessero cavalcato l'allarme sociale con gli stessi argomenti della destra il risultato sarebbe stato diverso. Qualora il nuovo governo applichi con coerenza la politica di sicurezza annunciata, è prevedibile che nel giro di pochi anni il numero dei detenuti raddoppi, o triplichi in Italia. Scelta legittima, anche se la sua efficacia è discutibile. Quel che resta inaccettabile è il degrado civile, autorizzato o tollerato con l'alibi della volontà popolare. Insopportabili restano in una democrazia provvedimenti contrari al Codice di navigazione - l'obbligo di soccorso alle carrette del mare - o che puniscano la clandestinità sulla base di criteri aleatori di pericolosità sociale.
Da più parti si spiega l'inadeguatezza della sinistra a governare le società occidentali con la sua penitenziale vocazione "buonista". E' un argomento usato di recente da Raffaele Simone nel suo "Mostro Mite" (Garzanti), salvo poi trarne una previsione imbarazzante: la cultura di sinistra col tempo sarebbe destinata a essere inclusa, digerita dalla destra. Discutere un futuro lontano può essere ozioso, ma è utile invece riscontrare l'approdo a scelte comuni là dove meno te l'aspetteresti: per esempio sulla pratica delle ronde a presidio del territorio.
Naturalmente gli assalti di matrice camorristica ai campi rom di Ponticelli non sono la stessa cosa della Guardia nazionale padana. Che a sua volta non va confusa con i volontari di quartiere proposti dai sindaci di sinistra a Bologna e a Savona. Nel capoluogo ligure, per giustificare la proposta, è stata addirittura evocata l'esperienza del 1974, quando squadre antifasciste pattugliarono la città dopo una serie di bombe "nere". Il richiamo ai servizi d'ordine sindacali o di partito è suggestivo, quasi si potesse favorire così un ritorno di partecipazione e militanza che la politica non sa più offrire. Ma è dubbio che nell'Italia del 2008 - afflitta da nuove forme di emarginazione come i lavoratori immigrati senza casa, le bidonvilles fucine di criminalità ma spesso impossibili da cancellare - le ronde possano considerarsi uno strumento di democrazia popolare.
Dobbiamo sperare in una reazione civile agli avvenimenti di questi giorni, prima che i guasti diventino irrimediabili. Già si levano voci critiche ispirate a saggezza, anche nella compagine dei vincitori (Giuseppe Pisanu). Il silenzio, al contrario, confermerebbe solo l'irresponsabilità di una classe dirigente che ha già cavalcato gli stupri in chiave etnica durante la campagna elettorale.
(16 maggio 2008)
giovedì 15 maggio 2008
Di nuovo caccia al Capro Espiatorio. Ieri: Ebrei Rom Omosessuali Invalidi. Oggi: Rom e Clandestini
ANSA.it 2008-05-14 20:02
NAPOLI - Un grosso incendio sta bruciando uno dei campi rom del quartiere di Ponticelli in via Malibran. Il campo che si trova proprio di fronte alla villa comunale del quartiere era stato abbandonato nella nottata dai nomadi. Sul posto sono già intervenuti i vigili del fuoco, mentre il traffico veicolare è interdetto dalla polizia.
A PONTICELLI IN FIAMME ALTRO CAMPO ROM
Un secondo campo rom, deserto, è stato dato alle fiamme nel quartiere di Ponticelli a Napoli. Il campo si trova nei pressi di via Argine, a pochi decine di metri da quello bruciato circa mezz'ora fa. I vigili del fuoco, che avevano appena terminato di spegnere il primo incendio, si sono subito spostati verso il secondo campo. Secondo le prime ipotesi fatte dalle polizia, gli incendi appiccati da ignoti farebbero parte di una strategia per evitare l'eventuale ritorno dei rom nei campi nomadi abbandonati.
C'E' CHI APPLAUDE FIAMME E FISCHIA I POMPIERI
Un gruppo composto in prevalenza da donne e bambini canta e applaude mentre le fiamme divampano nel campo che fino a ieri accoglieva decine di famiglie rom. E' una delle scene cui hanno assistito i vigili del fuoco, intervenuti per domare le fiamme che sono state spente e appiccate a più riprese. Stamane alcuni sconosciuti sono tornati a dare fuoco al più piccolo dei campi di via Malibran, già incendiato ieri. Mentre il fumo si levava dall'accampamento, un gruppetto di abitanti di Ponticelli "festeggiava" battendo le mani e cantando: all'arrivo dell'autobotte, le donne del gruppetto hanno apostrofato i pompieri con fischi e urla di dissenso. "Voi spegnete le fiamme e noi torneremo a incendiare", hanno ripetuto.
SPEGNETE INCENDI? LO RIFAREMO
Non si placa la protesta a Ponticelli: la gente è scesa di nuovo in strada e tra le urla minaccia: 'voi spegnete questi incendi ma noi li riaccenderemo''. La rabbia, spiega la gente del posto, è scattata soprattutto perché "in questi anni noi siamo stati vicini ai rom, li abbiamo aiutato e loro ci hanno ripagato con la brutta moneta del tentato sequestro della bimba". "Voi qui dovete pulire tutto - continua a minacciare la gente - altrimenti vi facciamo correre qui cento volte".
MANIFESTANTI: VADANO VIA ANCHE DA ULTIMI CAMPI
"Li abbiamo sopportati per troppo tempo, adesso se ne devono andare via": l'umore della piazza è riassunto da una delle manifestanti davanti agli ultimi due campi rom rimasti abitati a Ponticelli esprime la determinazione la gente del quartiere. I manifestanti presidiano l'ingresso che è controllato da polizia e guardia di finanza. Sul posto anche Vittorio Merito, consigliere della sesta municipalità, gruppo Popolari Udeur, secondo cui al più presto anche gli ultimi due insediamenti verranno abbandonati dai rom. "Il problema - dice Merito - ci é sfuggito di mano, già da due anni avevamo lanciato l'allarme sulla necessità di trasferire i rom da Ponticelli verso un centro di accoglienza dove fossero garantite le condizioni minime di igiene e vivibilità. Ma il nostro appello è rimasto inascoltato". La polizia dovrebbe presidiare i due campi rom della rotonda in via Argine anche dopo un eventuale sgombero: i campi, infatti, sono proprio sotto un ponte del raccordo autostradale e un eventuale incendio potrebbe causare gravi pericoli per la circolazione sul soprastante viadotto.
Milano, via Morosini a pochi passi da Corso XXII Marzo, alcuni insediamenti abusivi dentro ex negozi del Comune
Molotov sulle baracche dei rumeni
http://www.voceditalia.it
Nessun ferito e danni lievi ma la tensione e' alta: i rumeni che ci abitano non vogliono i Rom
Le stanze all'interno sono delle vere e proprie casette: c'è il bagno, la zona notte e il soggiorno. Si sono accampati qui da circa tre mesi. Alcuni di loro arrivano dall'ex caserma di viale Forlanini, sgomberata e abbattuta nel giugno del 2007. Due di loro raccontano che lavorano, uno in romania faceva il medico pediatra, ma l'ospedale è fallito e lui è venuto qui. Ora fa il muratore.
La tensione sale anche a Milano per le occupazioni abusive, ma non è chiaro se a lanciare la bottiglia incendiaria sia stato qualche residente, oppure qualche Rom del giro di prostituzione che c'è lì. Uno dei due rumeni che vivono negli ex negozi racconta chi i Rom non li vogliono nemmeno loro, anzi. Preferirebbero che venisse la polizia e li arrestasse.
Con molta probabilità lo sgombero dei prefabbricati avverrà la settimana prossima.
Mary J.
Alemanno: "Censire i campi rom abusivi" Il sindaco promette linea dura contro il caporalato Dopo i blitz tornano le favelas Omicidio Reggiani, Mailat deve rispondere anche di violenza sessuale Tutti i contenuti
Nella notte gli agenti della polizia municipale nel campo di via Salone
di Paolo G.Brera
La Repubblica, 15 maggio 2008
ROMA. Il sindaco Gianni Alemanno ha deciso di delegare a un prefetto il primo punto della sua agenda elettorale, la questione nomadi. «Il commissario straordinario per i rom sarà rapidamente esteso anche a Roma», ha detto ieri mattina a Radio24, facendo retromarcia rispetto all´altro ieri quando aveva auspicato la nomina di alto commissario governativo e non locale. «Avrà poteri sia sulla pubblica sicurezza - dice Alemanno - che sulla localizzazione di altri campi e sulla solidarietà: penso ai minori e alle persone disagiate». Sarà dunque il commissario, e non più il sindaco, a dover affrontare i temi più scottanti come la zona in cui spostare i nomadi, gli sgomberi e la tutela dei diritti.
«Nei campi sosta abusivi - dice il sindaco a Matrix - non ci sono solo i nomadi o i rom, ma anche romeni, extracomunitari e cittadini italiani. Una realtà ingarbugliata di bidonville che sono il nuovo vero flagello delle nostre città», condizione per la «crescita della microcriminalità» e «base per una guerra tra poveri». Ma sarà il commissario, e non lui, a intervenire e a rispondere di successi e insuccessi. Stanotte, intanto, è scattato un blitz nel campo di via Salone: con i vigili c´era Antonio Lucarelli, capo della segreteria di Alemanno. Sono prove generali del primo vero nodo che il sindaco dovrà sbrogliare: quello del famigerato "Casilino 900", il più grande campo non attrezzato di Roma, in cui ci sono solo wc chimici, acqua e luce. Nel censimento fatto un mese fa dalla polizia sono state trovate 612 persone, ma potrebbero essercene di più: in quei giorni la tensione era alta, tanti si erano allontanati. Si parla di un migliaio di residenti in una baraccopoli fuori controllo.
Purtroppo quel campo è irrecuperabile: l´area è archeologica, quindi non attrezzabile. Alemanno parla di «espulsioni», ma è una missione difficile. Sono bosniaci, macedoni e marocchini, vivono lì da decine d´anni, alcuni da tre generazioni. Non ci sono pericolosi criminali, ma sicuramente diversi ladruncoli, e la tensione coi residenti è alta. Da un anno i falò sono diventati una costante: bruciano di tutto, comprese le guaine dei cavi rubati. Il fumo nero, denso e tossico, sale alle finestre dei palazzi della Casilina e della Togliatti.
Per questo nell´agenda del Campidoglio, alla voce nomadi, al primo punto c´era proprio la chiusura del Casilino 900. Una pratica complessa, che sarebbe stata gestita con il modello utilizzato per la ex Snia Viscosa. Dopo lo sgombero della Muratella, dell´Acqua Vergine, e la risistemazione del campo di Salone il passo successivo sarebbe stato questo. Lo dissero sia Veltroni che Rutelli, e tutti gli operatori ne erano consapevoli. La polizia aveva cominciato a stringere il cerchio: è stato rifatto il censimento, sono state sgomberate aree e demolite baracche vuote. Sono iniziati i lavori per una strada interna in cui poter entrare coi mezzi di intervento e soccorso, soprattutto i vigili del fuoco per spegnere falò e incendi. Era prevista la pedonalizzazione, per contrastare spaccio e furto di auto. Ma il cambio della guardia in Campidoglio ha paralizzato tutto, in attesa di istruzioni.
Nei campi storici abitati da rom bosniaci, extracomunitari e spesso irregolari, l´espulsione è complicata perché molti giovani sono nati in Italia. Poi ci sono i rom romeni, con arrivi massicci. «Ma qui non stiamo parlando della storica presenze di sinti o giostrai, o di nomadi nel nostro Paese - dice il sindaco - ma di un´invasione con flussi crescenti. Si tratta di fronteggiare un´emergenza e riportare la normalità».
In che cosa consiste l'emergenza sulla sicurezza? Quali dovrebbero essere i provvedimenti da prendere per difenderci meglio? E quali sono i rischi della "tolleranza zero"? Dite la vostra
(15 maggio 2008)
I Fatti, la Realtà ed i Puri che Epurano. Corsera e Repubblica uniti nella lotta contro Travaglio
La campagna contro Travaglio, poi, è orchestrata non da chi, come il sottoscritto, diffida di chiunque faccia di professione il raccoglitore di dossier contro qualcuno, da diffondere al momento opportuno per lui o per qualcun altro, ma da chi se ne intende...
Inizia D'Avanzo, ieri, su Repubblica.it
Non sempre i fatti sono la realtà
di GIUSEPPE D'AVANZO
Non so che cosa davvero pensassero dell'allievo gli eccellenti maestri di Marco Travaglio (però, che irriconoscenza trascurare le istruzioni del direttore de il Borghese). Il buon senso mi suggerisce, tuttavia, che almeno una volta Montanelli, Biagi, Rinaldi, forse addirittura Furio Colombo, gli abbiano raccomandato di maneggiare con cura il "vero" e il "falso": "qualifiche fluide e manipolabili" come insegna un altro maestro, Franco Cordero.
Di questo si parla, infatti, cari lettori - che siate o meno ammiratori di Travaglio; che siate entusiasti, incazzatissimi contro ogni rilievo che gli si può opporre o soltanto curiosi di capire.
Che cos'è un "fatto", dunque? Un "fatto" ci indica sempre una verità? O l'apparente evidenza di un "fatto" ci deve rendere guardinghi, più prudenti perché può indurci in errore? Non è questo l'esercizio indispensabile del giornalismo che, "piantato nel mezzo delle libere istituzioni", le può corrompere o, al contrario, proteggere? Ancora oggi Travaglio ("Io racconto solo fatti") si confonde e confonde i suoi lettori. Sostenere: "Ancora a metà degli anni 90, Schifani fu ingaggiato dal Comune di Villabate, retto da uomini legato al boss Mandalà di lì a poco sciolto due volte per mafia" indica una traccia di lavoro e non una conclusione.
Mandalà (come Travaglio sa) sarà accusato di mafia soltanto nel 1998 (dopo "la metà degli Anni Novanta", dunque) e soltanto "di lì a poco" (appunto) il comune di Villabate sarà sciolto. Se ne può ricavare un giudizio? Temo di no. Certo, nasce un interrogativo che dovrebbe convincere Travaglio ad abbandonare, per qualche tempo, le piazze del Vaffanculo, il salotto di Annozero, i teatri plaudenti e andarsene in Sicilia ad approfondire il solco già aperto pazientemente dalle inchieste di Repubblica (Bellavia, Palazzolo) e l'Espresso (Giustolisi, Lillo) e che, al di là di quel che è stato raccontato, non hanno offerto nel tempo ulteriori novità.
E' l'impegno che Travaglio trascura. Il nostro amico sceglie un comodo, stortissimo espediente. Si disinteressa del "vero" e del "falso". Afferra un "fatto" controverso (ne è consapevole, perché non è fesso). Con la complicità della potenza della tv - e dell'impotenza della Rai, di un inerme Fazio - lo getta in faccia agli spettatori lasciandosi dietro una secrezione velenosa che lascia credere: "Anche la seconda carica dello Stato è un mafioso...". Basta leggere i blog per rendersene conto. Anche se Travaglio non l'ha mai detta, quella frase, è l'opinione che voleva creare. Se non fosse un tartufo, lo ammetterebbe.
Discutiamo di questo metodo, cari lettori. Del "metodo Travaglio" e delle "agenzie del risentimento". Di una pratica giornalistica che, con "fatti" ambigui e dubbi, manipola cinicamente il lettore/spettatore. Ne alimenta la collera. Ne distorce la giustificatissima rabbia per la malapolitica. E' un paradigma professionale che, sulla spinta di motivazioni esclusivamente commerciali (non civiche, non professionali, non politiche), può distruggere chiunque abbia la sventura di essere scelto come target (gli obiettivi vengono scelti con cura tra i più esposti, a destra come a sinistra). Farò un esempio che renderà, forse, più chiaro quanto può essere letale questo metodo.
8 agosto del 2002. Marco telefona a Pippo. Gli chiede di occuparsi dei "cuscini". Marco e Pippo sono in vacanza insieme, concludono per approssimazione gli investigatori di Palermo. Che, durante le indagini, trovano un'ambigua conferma di quella villeggiatura comune. Prova maligna perché intenzionale e non indipendente. Fonte, l'avvocato di Michele Aiello. Il legale dice di aver saputo dal suo assistito che, su richiesta di Pippo, Aiello ha pagato l'albergo a Marco. Forse, dicono gli investigatori, un residence nei dintorni di Trabia.
Michele Aiello, ingegnere, fortunato impresario della sanità siciliana, protetto dal governatore Totò Cuffaro (che, per averlo aiutato, beccherà 5 anni in primo grado), è stato condannato a 14 anni per associazione a delinquere di stampo mafioso. Pippo è Giuseppe Ciuro, sottufficiale di polizia giudiziaria, condannato a 4 anni e 6 mesi per aver favorito Michele Aiello e aver rivelato segreti d'ufficio utili a favorire la latitanza di Bernardo Provenzano. Marco è Marco Travaglio.
Ditemi ora chi può essere tanto grossolano o vile da attribuire all'integrità di Marco Travaglio un'ombra, una colpa, addirittura un accordo fraudolento con il mafioso e il suo complice? Davvero qualcuno, tra i suoi fiduciosi lettori o tra i suoi antipatizzanti, può credere che Travaglio debba delle spiegazioni soltanto perché ha avuto la malasorte di farsi piacere un tipo (Giuseppe Ciuro) che soltanto dopo si scoprirà essere un infedele manutengolo?
Nessuno, che sia in buona fede, può farlo. Eppure un'"agenzia del risentimento" potrebbe metter su un pirotecnico spettacolino con poca spesa ricordando, per dire, che "la mafia ha la memoria lunghissima e spesso usa le amicizie, anche risalenti nel tempo, per ricattare chi tenta di scrollarsele frettolosamente di dosso" . Basta dare per scontato il "fatto", che ci fosse davvero una consapevole amicizia mafiosa: proprio quel che deve essere dimostrato ragionevolmente da un attento lavoro di cronaca.
Cari lettori, anche Travaglio può essere travolto dal "metodo Travaglio". Travaglio - temo - non ha alcun interesse a raccontarvelo (ecco la sua insincerità) e io penso (ripeto) che la sana, necessaria critica alla classe politico-istituzionale meriti onesto giornalismo e fiducia nel destino comune. Non un qualunquismo antipolitico alimentato, per interesse particolare, da un linciaggio continuo e irrefrenabile che può contaminare la credibilità di ogni istituzione e la rispettabilità di chiunque.
(14 maggio 2008)
Ed ecco, oggi, il Corriere della Sera, in compagnia di un buon numero di altri quotidiani, come ad esempio Il Foglio ( Ecco perché D'Avanzo ha scomunicato il travaglismo sul giornale di Travaglio e di D'Avanzo )
Il «tramite»: un ex maresciallo che dovrà scontare 4 anni e 6 mesi per favoreggiamento
Travaglio, la «talpa» dei boss
e il giallo della vacanza siciliana
D'Avanzo: conto pagato da un condannato per mafia. La replica: falso
ROMA - La botta è di quelle che fanno rumore. Marco Travaglio, il giornalista paladino del giustizialismo che si è fatto tanti ammiratori e diversi nemici con le sue denunce, ora subisce l'«effetto letale del metodo Travaglio». E proprio lui, Marco Travaglio - che giovedì scorso, ad «Annozero», ha ricostruito i rapporti avuti nel '79 dal presidente del Senato Renato Schifani con Nino Mandalà, allora solo futuro boss di Villabate poi accusato di mafia nel 1998 - adesso è costretto a difendersi pubblicamente per un episodio circoscritto alla sua vita privata. Lo deve fare per forza dopo l'affondo di un altro giornalista della giudiziaria di razza, Giuseppe D'Avanzo di «Repubblica », che lo tira in ballo e lo strapazza per le sue vecchie e non dimenticate frequentazioni con personaggi poi condannati al processo per le «talpe» alla procura di Palermo. Correva l'anno 2002. Era l'estate in cui il giornalista Travaglio con la sua famiglia, moglie e due figli, inizia ad andare in villeggiatura a Trabìa in compagnia di un noto sottufficiale della Guardia di Finanza: si tratta di quel maresciallo in forza alla Dia, Giuseppe Ciuro, sempre elegante e disponibile con tutti i giornalisti di giudiziaria di passaggio a Palermo, che poi verrà condannato anche in appello a quattro anni e sei mesi per violazione del sistema informatico della procura di Palermo e favoreggiamento dell'ingegner Michele Aiello.
Sì, l'ingegner Aiello, il «re delle cliniche» che a gennaio del 2008 è stato condannato in primo grado a 14 anni per associazione di stampo mafioso e truffa nel dibattimento sulle «talpe» che ha coinvolto con una pesante sentenza (5 anni per favoreggiamento di singoli mafiosi) anche l'ex governatore dell'Udc Totò Cuffaro. Per Travaglio il colpo è duro anche perché si tratta, ma solo in apparenza, di «fuoco amico». Sull'onda delle polemiche innescate dalla vicenda Schifani, si muove infatti D'Avanzo, autore di tante inchieste sulla mafia e molto stimato negli ambienti giudiziari di mezza Italia, che senza troppi complimenti fa a pezzi il metodo Travaglio: quello, scrive, che «solo abusivamente si definisce giornalismo di informazione». Ma la botta vera arriva ieri quando D'Avanzo, per dimostrare come «il metodo Travaglio» possa coinvolgere tutti noi, tira fuori un verbalino rimasto in naftalina dal 2003: l'estate in cui gli investigatori di Palermo mettono sotto intercettazione il telefonino del maresciallo Ciuro mentre dialoga amichevolmente col giornalista durante la comune villeggiatura a Trabìa. Ciuro poi, ma la ricostruzione di D'Avanzo è controversa, avrebbe chiesto all'ingegnere Aiello di saldare il conto dell'albergo. Racconta Travaglio, che ieri non è stato affatto contento di leggere sul giornale per il quale collabora un attacco così duro e che nega di essersi fatto pagare alcunché: «Quella fu una esperienza davvero fantozziana. A una cena, dopo un convegno, chiesi a Pippo Ciuro, un vero personaggio perché aveva collaborato anche con Giovanni Falcone, di indicarmi un posto per le vacanze in Sicilia. Lui mi disse che c'era un posto vicino a quello in cui di solito andavano lui e il pm Antonino Ingroia, di cui era collaboratore. Così, per mail, mi mandò un depliant di un albergo, se non ricordo male si chiama Torre del Barone, che però era veramente troppo lussuoso per me. Ma lui, davanti alle mie obiezioni, mi disse di non preoccuparmi perché le tariffe non sarebbero state poi così care. Mi fidai. Quando poi sono andato a pagare, alla reception la signorina mi ha presentato un conto pazzesco, il doppio del previsto. Sei o sette anni fa, devo aver pagato l'equivalente di otto, dieci milioni...Telefonai a Ciuro e gli dissi: "E meno male che me lo hai segnalato tu 'sto posto!". E lui: "Paga, paga. Che poi magari ti fanno lo sconto un'altra volta". Insomma, io mi sono pagato tutto di tasca mia e di questo Aiello non ho mai sentito parlare, almeno fino al giorno del suo arresto... Io comunque in quel posto non ci sono mai più tornato visto che la sòla l'avevo già presa». L'anno successivo, mese di agosto del 2003, Travaglio torna in vacanza in Sicilia: «Andai con la famiglia per dieci giorni al residence Golden Hill di Trabìa dove di solito alloggiavano Ciuro e Ingroia e ci fu quella buffa storia dei cuscini poi finita nei brogliacci delle intercettazioni. Io chiamai Ciuro e gli dissi: "Qui manca tutto. I cuscini, la macchinetta del caffé perché i precedenti affittuari si erano portati via tutto. Poi gli ospiti del residence mi aiutarono: chi con un cuscino, chi con la Moka... ». E l'affondo di D'Avanzo? «Ecco, se non fosse per la mascalzonata che ha fatto adesso questo signore contro di me ci sarebbe solo da ridere». Ma al Golden Hill chi pagò il conto? Risponde Travaglio: «Io ho pagato la prima volta il doppio di quanto stabilito e per il residence ho saldato il conto con la proprietaria. Tutto di tasca mia, fino all'ultima lira e forse se cerco bene trovo pure le ricevute. Ma poi vai a sapere cosa cavolo diceva questo Ciuro al telefono. Magari millantava come fece con Aiello quando gli raccontò che lui e Ingroia avevano ascoltato a Roma un pentito il quale, in realtà, non si era mai presentato ». Anche se dopo il suo arresto non ha più visto il giornalista Travaglio, l'ex maresciallo Ciuro ricorda bene quella vacanza al «Golden Hill» con Travaglio e il dottor Ingroia durante la quale «si stava insieme, si giocava a tennis e si facevano lunghe chiacchiere a bordo piscina ma poi ognuno faceva la sua vita anche perché c'erano i figli piccoli». E il conto? «Di questa vicenda io non ne so niente, lui ebbe i contatti con la signora del residence. Per il pagamento se l'è vista lui, io non me ne occupai ». Più di un dubbio, invece, ce l'ha l'avvocato Sergio Monaco, difensore di Aiello: «Premesso che non sono io la fonte di D'Avanzo, che non conosco, posso solo dire che l'ingegner Aiello conferma che a suo tempo fece la cortesia a Ciuro di pagare un soggiorno per un giornalista in un albergo di Altavilla Milicia. In un secondo momento, l'ingegnere ha poi saputo che si trattava di Travaglio». Qui finisce la storia di una vacanza di tanti anni fa, uno di quegli episodi che possono capitare a chiunque ceda alla tentazione di mischiare villeggiatura, amicizie di lavoro e qualche equivoco di troppo. Ricorrendo alla saggezza di Pietro Nenni, istillata ai giovani socialisti a un congresso del Psi, si potrebbe parafrasare: «A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».
Dino Martirano
15 maggio 2008