Oggi sono stati trenta intellettuali cinesi - guidati dallo scrittore Wang Lixiong e dall’attivista per i diritti umani Liu Xiaobo - ad uscire allo scoperto con una ‘lettera aperta’ che propone ai leader cinesi di “aprire un dialogo diretto col Dalai Lama” per arrivare ad una “riconciliazione nazionale”.
Il tono del Quotidiano del Popolo è diverso. “La Cina - scrive il giornale del Partito Comunista - deve risolutamente opporsi alla cospirazione per il sabotaggio (delle Olimpiadi) e schiacciare le forze indipendentiste”.
In un’intervista al settimanale americano Newsweek, lo stesso Dalai Lama si è rivolto ai massimi leader cinesi, il presidente Hu Jintao e il primo ministro Wen Jiabao, per i quali afferma di avere “grande rispetto”.
Cosa direbbe loro, gli domandano gli intervistatori, se Hu e Wen fossero seduti in questa stanza? “Gli ricorderei la frase di Deng Xiaoping (il leader che lanciò la politica di apertura e riforma dopo la scomparsa del presidente Mao Zedong), secondo la quale bisogna imparare dai fatti“, risponde il leader tibetano. La migliore garanzia contro l’emergere di tendenze indipendentiste, afferma poi dopo aver ripetuto di essere favorevole all’autonomia e non all’ indipendenza, sarebbe “il fatto che il popolo tibetano è soddisfatto”. “Inoltre direi loro, per favore, provate la accuse che mi avete fatto”, aggiunge.
ANSA.it , 2008-03-22 18:20
Fears and Tears
In an exclusive interview, the Dalai Lama talks to NEWSWEEK about the violence in Tibet, his vision of the future—and how he manages to sleep in spite of his distress over the killings.
Nessun commento:
Posta un commento