PROSEGUONO MANIFESTAZIONI E ARRESTI IN TUTTO IL TIBET
3 aprile 2008
Mentre a Pechino, in piazza Tienanmen, alla presenza del presidente Hu Jintao e tra impressionanti misure di sicurezza, è stata accesa il 31 marzo la fiaccola olimpica, continua a Lhasa e in tutti i territori tibetani l’ondata di arresti da parte della polizia e dell’esercito cinese. Si ha notizia certa dell’arresto, a partire dal 10 marzo, di 1072 religiosi e 2500 laici, con oltre 1000 persone fermate nella sola Lhasa: le stesse autorità cinesi hanno fatto sapere che il numero dei dimostranti arrestati a Lhasa supera le 800 persone mentre 280 sono i tibetani che si sono consegnati spontaneamente nelle mai della polizia. Impossibile accertare il numero dei morti: 22, secondo le fonti cinesi, almeno 140 secondo le fonti tibetane, ma si teme che le vittime della repressione superino le 200 unità. Oltre 1000 i feriti di cui molti in gravissime condizioni.
Azioni urgenti:
Lettera al CONI (da inviare entro il 10 aprile)
Lettera da inviare al console indiano a Milano
Lettera al presidente del comitato olimpico
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